Much better
Per concludere questo 2015 consiglio la lettura di questo articolo dell’Atlantic, qui tradotto per Internazionale, in cui si parla di come l’anno appena passato sia stato il migliore della Storia. Impegnativo, ma vero, se si guardano i dati. Ed è una cosa importante da sapere, visto che tendenzialmente tendiamo a pensare l’opposto, cioè che il mondo stia andando placidamente in vacca.
Dopo più di 5 anni…
… da domani il blog non sarà più raggiungibile all’indirizzo “lavelocitadelsogno.net”.
La faccio breve: è una cosa che avrei dovuto fare da tempo. Come dissi già in occasione del restyiling grafico del blog, le convinzioni filosofiche che mi avevano spinto a scegliere quel nome erano venute meno. Al tempo optai per tenerlo, ma sbagliavo. Sono cambiato molto dal 2008, e ormai chiamare il blog con il titolo di un racconto del Subcomandate Marcos non ha più senso. Non ha senso per me, che non mi ritrovo nei miei pensieri dei 20 anni, e non ha senso per Marcos, personaggio per il quale nutro sempre un certo rispetto (nonostante mi pare sia praticamente scomparso dalla scena mediatica) e che non merita di venire linguisticamente razziato da chi discetta (male) di libero mercato e politica italiana.
Ho approfittato della scadenza del dominio per non rinnovarlo, e per sostituirlo con un altro. Può darsi che a molti non piacerà, ma nella sua banalità “jacopovolta.net” mi assicura di essere un riferimento che non passerà, visto che difficilmente ci si stufa o si cambia idea sul proprio nome. Sarà un indirizzo sempre efficace, pratico, facilmente memorizzabile e adatto per qualunque piega prenderà in futuro questa creatura.
Inoltre, ci tengo a sottolineare un aspetto, di nerdica lana caprina: “jacopovolta.net” è l’indirizzo del blog, non il titolo. Il titolo è “Thin(k) Freedom”, espressione della quale sono, forse immotivatamente, orgoglioso, perché rappresenta davvero lo spirito al quale cerco di uniformare la mia vita, nella ricerca della realizzazione personale, nel dibattito economico-politico e anche nella mia passione per la montagna (un’altra cosa che prima o poi mi piacerebbe condividere su queste pagine).
Ciò non toglie che prima o poi potrei cambiare il titolo, e se sarà il caso ben venga. Ma l’indirizzo, a meno di stravolgimenti, penso che resterà questo finché il blog avrà vita.
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Un inciso: rileggendo quel post celebrativo del 2012 mi imbarazza pensare a tutti i propositi fatti in merito al futuro del blog, e solo in minima parte rispettati.
Per il primo mese e mezzo ho aggiornato il blog quasi ogni 3 giorni, spinto anche dalla parallela esperienza su Linkiesta (anch’essa conclusa per mancanza di tempo), ma poi l’inizio della mia vita lavorativa, con i suoi orari da pendolare, ha drammaticamente raffreddato i miei entusiasmi. Vi assicuro che scrivere dei post di economia dal treno regionale Parma-Bologna non è semplice, anche con la giusta motivazione.
Visti gli scarsi risultati che i buoni propositi hanno portato, per il futuro penso, semplicemente, di non fare propositi. Questo blog continuerà a esistere, continuerò a raccontare l’evoluzione dei lavori alla casa e ad esprimere sporadicamente la mia opinione su temi di attualità ed economia (e l’idea dei post sulle fallacie è ancora in cantiere, se la sta semplicemente prendendo mooooolto calma..), e chissà cos’altro.
Ma questa volta evito di avventurarmi in progetti e promesse che non so se potrò, e se vorrò, rispettare. E lo faccio anche per non togliere la spontaneità e il piacere di scrivere, visto che questo blog non è un lavoro ma un processo creativo di condivisione, e tale deve restare.
Continuate a buttare un occhio da queste parti, quando vi capita.
[In apertura una foto del panorama che si vede dalla cresta dell’Aguille di Midi, a Chamonix, prima di scendere con gli sci la Vallée Blanche. Come buon auspicio per una possibile futura categoria del blog..
Così alla fine un proposito l’ho fatto comunque.]
Itaca
Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
ne’ nell’irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l’anima non te li mette contro.
Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti – finalmente e con che gioia –
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d’ogni sorta; più profumi inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.
Sempre devi avere in mente Itaca –
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos’altro ti aspetti?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.
Konstantinos Kavafis
A midsummer night’s wake
Ricordo.
Ricordo Uppsala.
Due mesi fa esatti ero a Snerikes, l’ultima sera.
A bere l’ultima birra, l’ultimo shot.
Ad ascoltare l’ultima canzone house, a godermi l’ultima serata nelle nation.
A fare l’ultimo ritorno a casa in bici, a salutare gli ultimi amici.
L’ultimo sonno in quell’orribile letto, la stanza da chiudere l’ultima volta.
E vedere i palazzi di Flogsta che si allontanano dal finestrino dell’autobus.
Per l’ultima volta.
L’ultima.
Di tutto.
Champagne and strawberries to enjoy life
Questo video è giusto per darvi un’idea delle dimensioni e dello stile della “Walpurgis night” svedese..
Festina lente
Affrettati piano.
E’ una frase attribuita all’imperatore Augusto, ma diventò famosa grazie ad un altro eccezionale personaggio, forse meno conosciuto al grande pubblico, di nome Aldo Manuzio.
The higher law
Le storie d’amore sono un po’ come i libri.
Non libri qualsiasi.
Chiaramente non quelli impacchettati.
E non certo quelli con le fascette che pubblicizzano il film appena uscito, con quel terribile “da cui è stato tratto”.
Sono i libri delle biblioteche.
Sussurri all’orecchio dell’inverno
Sfoglio libri sottili di storie passate
ingialliti nel peso di un’umida estate
e mentre li sfilo dalla biblioteca
con occhio rapito e tocco di seta
sento i ricordi che sfiorano la spalla
come foto sommerse che vengono a galla
da afferrare rapidi con avide dita
in quel magico incanto per malati di vita.
E quando tocco i fogli pulsanti
dove divampano mille piccoli istanti
ne escono storie davvero impensate
fatte di lacrime, di sguardi e risate
perse nei vortici di un altro tempo
che somigliano a fragili scaglie d’argento
gocce che brillano sulla tua pelle
e scendono piano a far tacere le stelle.
E’ strano, lo so, parlare ad altri d’amore
senza pensare d’aver fatto un errore
a condividere baci, tocchi e pensieri
ancora caldi come il sole di ieri
con chi davvero non può proprio capire
il nostro piccolo e lento morire
soffrendo dentro come una pianta malata
senza riuscire a trovare risata.
Però serve capire che nella vita
le pagine scorrono in maniera infinita
che mai davvero abbandonano l’uomo
restando intatte in qualche flebile suono
ma bisogna sfogliarle per lasciare il torpore
e serbare infine con rinnovato vigore
quello che a torto chiamiamo dolore
ma che altro non è se non fame del cuore.
E sembra quasi uno strano tipo di osmosi
di pelle e di sogni, di ricordi gelosi
sale in cielo come acqua bollente
e penetra nei corpi di tanta altra gente
in questo mondo dove tutto è una svista
come i colori schizzati da un magico artista
dove il crudo presente si intreccia al passato
ed il futuro ci osserva con occhio pacato.
Così alla fine ci si ritrova per strada
sul sentiero tracciato di penna e di spada
rivolti ad oriente sulle tracce del mondo
immersi per sempre nell’umanità senza fondo
un sorriso accennato e lo sguardo bambino
ricchi soltanto del proprio destino
sulle labbra socchiuse un verso di addio
e fra le mani giunte il respiro di Dio.
Mese tre
giorno sei
anno nove
dodici lacrime salate
ventiquattro baci leggeri
e quarantotto versi d’amore e d’addio
per te
Un lumino acceso all’ombra della sera
Il disgusto per ciò che è accaduto in questi giorni è fortissimo.
Nemmeno con tutte le nefandezze scaricate addosso negli anni a questo paese decadente si potevano provare sensazioni simili.
Pochi giorni di follia sono bastati, per svilire una vicenda profondamente tragica e trasformarla nel pretesto per portare oltre il baratro il delirio d’onnipotenza di chi di potere ne ha già troppo.
(more…)
… and future secrets
Voglio scegliere cosa fare dopo la laurea
voglio riuscire a prenderla, la laurea
voglio migliorare le lingue, almeno una
voglio fare almeno un lavoro con il cuoio, ma uno complesso
voglio leggere più libri
e guardare più film
ma leggere meno fumetti
e perdere meno tempo al computer
voglio continuare il racconto del pistolero
e provare a scrivere qualche altro testo in versi
voglio mangiare di più
e dormire meno, molto meno
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